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d.r.fotografia b&w photography by moreno bacciotti

il Negativo

Lo sviluppo

 

Cosa si fa sviluppando:

Quando la pellicola viena estratta dalla macchina fotografica le immagini

negative sono già presenti all'interno dell'emulsione, rappresentate da

tanti piccolissimi, microscopici agglomerati d'argento. Il compito dello

sviluppo è quello - proprio come suggerisce il nome - di sviluppare,

cioé di accrescere questa immagine troppo chiara e, oltretutto, instabile.

Per fare ciò occorre portare a contatto con la superficie della pellicola in

maniera uniforme un liquido che contenga, disciolte, delle sostanze in

grado di far aumentare le dimensioni di questi piccoli mucchietti d'argento

che formano l'immagine non ancora sviluppata. 



Come si sviluppa un negativo:

Se si cercasse di immergere la pellicola senza l'aiuto di alcun suppoto o strumento, il film tenderebbe ad arrotolarsi su sé stesso, graffiandosi e rovinandosi.

Per questo motivo si usa avvolgere la pellicola in quella che viene chiamata "spirale", che consente appunto di mantenere avvolto il film su sé stesso a spirale, senza che alcun punto della pellicola venga a contatto con la gelatina, che deve poter essere uniformemente bagnata dallo sviluppo.

In seguito la spirale viene collocata in un contenitore chiamoto "tank" (che vuol dire bacinella, recipiente) dotato di un coperchio che non fa passare la luce ma attraverso il cui è possibile mettere e togliere i liquidi necessari al trattamento.

Occorre infatti ricordare che la pellicola rimane sensibile alla luce fino a che non è stata "fissata", ed occorrerà dunque prestare molta attenzionea che nemmeno piccolissime quantità di energia luminosa abbiano modo di colpire il film prima del termine del trattamento.

Prima di avventurarsi, al buio completo, al caricamento della spirale si dispongono in ordine e a portata di mano tutte le cose che saranno necessarie:pellicola, forbici, tank con relativo coperchio, spirale. Spenta la luce si estrae la pellicola dal suo caricatore, forzandolo. Si taglia poi la linguetta del film (se in formato 24x36 ) e , su tutte le pellicole se ne smussano gli angoli con la forbice, così da favorire l'inserimento della pellicola nelle guide della spirale. Le modalità di inserimento della pellicola variano a seconda del modello della spirale utilizzato e sono specificate nelle istruzioni accluse all'attrezzo.

Normalmente tutto procede bene, tuttavia, se la spirale fosse stata umida o la pellicola mal introdotta, potrebbe capitare che il film si blocchi, impuntandosi a mezza strada, dando segno di non volerne sapere di andare sia avanti che indietro. Senza perdere la calma e delicatamente per non rovinare il film si dovrà separare le due parti che costituiscono la spirale e successivamente, dopo aver ricomposto il tutto, riprovare.

Caricato il film, si introduce la spirale nella tank e vi si avvita il coperchio a tenuta di luce. A questo punto è possibile riaccendere la luce.

Nell'apposita apertura si versa la quantità richiesta di sviluppo, variabile in dipendenza del formato della pellicola trattata, dal numero di spirali introdotte e dalla forma della tank; tali dati comunque sono sempre indicati nelle istruzioni accluse.

Orientativamente, un film 35 mm. richiede 300 cc. di liquido, in un 6x6 500cc. Il tempo di trattamento verrà fatto partire dal momento in cui il liquido è stato immesso nel recipiente.

Una volta ben sistemato il tappo per la tenuta del liquido, si compiono i prime trenta secondi di agitazione iniziale, capovolgendo e raddrizzando la tank senza agitarla come se fosse uno shaker da cocktails.

Al termine dell' agitazione si batte il contenitore sul piano di lavoro, come se si bussasse; in tal modo si faranno risalire in superficie le bolle d' aria che si fossero eventualmente fermate tra le spire del film e che non rimosse, provocherebbero uno sviluppo irregolare.

In seguito,ad ogni minuto di trattamento si capovolgerà la tank due o tre volte nell' arco di 10 secondi: questa è l' agitazione standard, che va intesa come necessaria per tutti i trattamenti di sviluppo, a meno che non sia specificato diversamente.

Terminato il tempo di trattamento il rivelatore viene buttato via - se del tipo in liquido concentrato da diluire prima dell' uso - o conservato per altri trattamenti - se del tipo in polvere da sciogliere o, comunque, già a diluizione d'uso.

In quest'ultimo caso è importantissimo ricordarsi di annotare la data di ciascun trattamento e la quantità di materiale trattato di volta in volta; questo perché ad ogni sviluppo il liquido perde efficacia ed occorre perciò compensare tale calo con un proporzionale aumento di sviluppo, calcolato sulla scorta di quanto indicato dal produttore del rivelatore.

In linea di massima, è richiesto un incremento del 5-10% sul tempo di trattamento per ogni pellicola da 36 pose (o formato 120) trattata in un litro di liquido.

Torniamo alla nostra tank. Per bloccare l'azione del rivelatore che ancora inbeve la pellicola, si compie un lavaggio intermedio con acqua, ancor meglio se acidulata con 15-20cc/litro di acido acetico glaciale; questo è il cosiddetto bagno "d'arresto".

Tale risciacquo andrà protratto per 15-30 secondi, agitando continuamente. Giunti a questa fase del trattamento, la pellicola sarà già sviluppata, ma l'immagine su di essa formata sarà ancora sensibile alla luce e poco stabile nel tempo.

Per fissare l'immagine , dunque, si riempirà la tank con il liquido chiamato - appunto -"fissaggio", da i 3 ai 10 minuti, a seconda del tipo di prodotto utilizzato e dalla pellicola trattata.

Senza mai eccedere, è comunque buona norma effettuare a fondo tale trattamento, piuttosto che condurlo per un tempo insufficiente.

La pellicola andrà poi lavata per una decina di minuti in acqua corrente, lasciandola avvolta dentro la spirale e facendo scorrere l'acqua direttamente dentro la tank, a cui sarà tolto il coperchio.

Occorre controllare che la temperatura dell'acqua non comporti un forte sbalzo nei confronti di quella - standard - di 20 Gradi C mantenuta durante il trttamento; ad ogni modo se si scendesse al di sotto dei 17 Gradi C, i tempi di lavaggio andrebbero considerevolmente allungati.

Terminato il lavaggio, si passerà la spirale con la pellicola in una soluzione di acqua con qualche goccia di imbibente (detto anche bagnante o tensioattivo, possono andar bene anche alcune gocce di shampo neutro) il cui compito è quello di ridurre il rischio di macchie di calcare causate dalla presenza di goggie sulla pellicola durante il suo essiccamento.

Per togliere l'acqua in eccesso la cosa migliore è il ricorrere ad una piccola pelle di daino inumidita e ben strizzata ; il film va poi appeso ad asciugare in un luogo quanto più a possibile privo di polvere. il cui compito è quello di rendere solubili ed asportare tutti i sali d'argento non impressionati e quindi nemmeno sviluppati.

 

 

Conservaz. del materiale sensibile

  

Prima dell'esposizione

Se intendete conservare bene le pellicole prima dell'esposizione evitate, innanzitutto, di dissigillare la confezione originale; scatolino di plastica, metallo o incarto di stagnola hanno tutti l'importantissima funzione di proteggere la pellicola dall'umidità. Una volta aperta la confezione originale, abbiate cura delle pellicole vergini tenendole al riparo in un posto asciutto, fresco e al riparo dalla luce. 


Dopo l'esposizione

 E' ottima cosa sviluppare le pellicole al più presto possibile una volta avvenuta l'esposizione. Si sappia, tuttavia, che un negativo in B&N esposto e non sviluppato può essere tranquillamente conservato, in condizioni ambientali medie, per oltre due anni senza che il risultato finale abbia a risentirne in modo percepibile. 


Dopo lo sviluppo

 Un negativo B&N ben lavato e ben essiccato si conserva, in clima temperato e raccolto in striscie separate, in un raccoglitore, almeno per venticinque anni senza alterazioni significative. Una conservazione a bassa temperatura e con umidità relativa compresa fra il 35% e il 40% porta tale termine di conservazione molto al di là della vita media di un uomo. 

 

Tabella di esposizione del negativo


Ecco, in diretto confronto, le nove situazioni-tipo che si possono presentare su di un negativo B&N. Si noti come la sottoesposizione sia sempre denunciata da uno scarso dettaglio nelle zone d'ombra, mentre il sottosviluppo comporti sempre una scarsa densita nelle alte luci. La situazione rappresenta nell'immagine 3 (sottosviluppo e sovraesposizione) è utile per contenere il contrasto. Quella al n. 7 (sottoesposizione e sovrasviluppo) è propria della pellicola "tirata"in sviluppo per aumentarne la sensibilità. Oltre alla soluzione normale, la n. 5, solo queste altre due situazioni sono consigliabili in certi casi. Tutte le altre combinazioni sono da evitare.

1 , 2 , 3 , = sottosviluppo.

4 , 5 , 6 , = sviluppo corretto.

7 , 8 , 9 , = sovrasviluppo.

1 , 4 , 7 , = sottoesposizione.

2 , 5 , 8 , = esposizione corretta.

3 , 6 , 9 , = sovraesposizione.